Arianna e il filo. Racconto di una biografia

Arianna Cox nasce a Parma nel 1975. Studia disegno e l'arte di dipingere con lo zio materno, Bertolini Bruno, pittore professionista già negli anni '40.
E' per questo vivere l'arte nel quotidiano, fin nei primi anni di vita che la rende recettiva ed affascinata da ogni sua forma. "Il mio primo incontro con l'arte, l'ho avuto
ancora in fasce: con uno zio pittore, sarebbe stato impossibile evitarla a lungo. A 5 anni lo studio dove lavorava era per me il più bel parco giochi che potesse esistere:
l'odore dell'acquaragia, quei tubetti di colore malamente schiacciati; le tele da finire, le lastre di rame, i pezzi di cornice e le veline con quei disegni che mi sembravano già perfetti e che già potevo immaginare in movimento, sotto i tratti dei pennelli: avrebbe potuto anche piovere tutto il pomeriggio  ma io sapevo che me ne sarei andata in giro 
per paesaggi inconsueti, volti imperfetti, emozioni falsamente celate da piccoli movimenti e sfumature, così vere che ne avrei potuto sentire il rumore.
Mi sembra quasi incredibile che il mio primo amore sia stata la scrittura: quando imparai l'importanza delle piccole cose, di un quotidiano magnifico nella sua semplicità, raccontai di questo in poesie e fiabe... e canzoni in un musical "la Luna & il Vento" che confonde la mia passione per il teatro e l'amore per il raccontare le storie di cui nessuno si accorge o non si vuole accorgere".
La passione per la pittura, sua grande maestra d'anima, arde sotto le braci di queste sperimentazioni e resta per lungo tempo in attesa di essere ascoltata. La morte dello zio,
avvenuta nei primi anni del nuovo mllennio, le restituisce vivi quei ricordi d'infanzia: la sacrificale scintilla che la porta a reinterpretare se stessa nella sola dimensione che meglio la rivela. " non ho mai creduto che l'arte potesse essere vincolata alle nostre consapevoli potenzialità. Nel suo concetto di essenza eterea, di tutto che convoglia il nulla, si mischia senza spiegazione, alle nostre emozioni, per loro stessa natura inafferrabili e potenti, e da vita a qualcosa di esclusivo che non ha bisogno di essere per forza 
compreso, ma assolutamente vissuto." 
" e ancora una magia che mi insegnò mio padre: fotografare e sviluppare le foto: quei toni di grigio che nessuna sintesi digitale può riprodurre, così vicine alla verità e che poco a poco riaffiorano dai liquidi limpidi, miscelati come una pozione, restarà per me un misterioso esempio di come la scienza e l'arte, perfette sconociute, possano estenuarsi nel creare simbiosi magnifiche".
L'Arte è una grande maestra di vita ed io, come l'apprendista stregone, continuerò a sperimentare, sbagliare, capire. Resto sempre affascinata dalle piccole cose:
avvolgono il cuore in un soffice velo.

 

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